Forse loro non lo sanno…Ma ogni donna che entra nel mio studio mi insegna qualcosa. Mi dice qualcosa senza volerlo fare e lascia un pezzettino di se nel mio trasformabile studio.
Questa è la premessa della rubrica, che dopo aver accennato cosa sia l’ego e come fare a farselo amico arriva alla mia personale esperienza fino a portare alla luce l’esperienze delle mie clienti.
Mettersi a nudo davanti a una fotocamera e sopratutto a chi c’è dietro non è una cosa facile, così come non è facile essere la persona dietro l’obbiettivo.
In questo caso dietro l’obbiettivo di Volti di luna ci sono io, Irina Vendemiati. Per arrivare a Volti di luna, ho avuto bisogno di armarmi di tempo, esperienza e soprattutto esperienza di donna.
Sono prima fotografa che donna?
Non direi, ciò che faccio mi contraddistingue proprio per via di ciò che sono in senso biologico parlando ma anche spirituale, chimico e emozionale. L’essere donna in un paese a dir poco misogino (per questa argomentazione lascio la parola alle femministe che ammiro di cui trovate traccia nei miei consigli instagram) ha creato una serie di conseguenze psicologiche che hanno dato vita a molte vicende personali. Far parte di una struttura sociale economica in cui non solo le donne non trovano spazio, ma si sentono in obbligo di adeguarsi accettando tacitamente tutte le conseguenze che ne comporta ha fatto si che io sentissi un grido d’aiuto a restare fedele ai nostri ritmi, alle nostre emozioni, al bisogno di rispetto di base. Ho sentito la necessità di non dare più da mangiare a quel ego dentro di noi alimentato dalla società in cui viviamo che ci dice che non siamo abbastanza, che non valiamo niente.
Volti di luna nasce dopo anni di anoressia e poi bulimia. Si plasma grazie a lavori fotografici e corsi fotografici. Alla base della mia personalità c’è indubbiamente una grandissima sensibilità e introversione c’è una ricerca un viaggio continuo in senso letterale e fisico.
Chi fu il primo a farmi innamorare della fotografia fu mio nonno, con le sue fotocamere e i suoi strani obbiettivi a nido d’ape, anche lui introverso per natura si nascondeva sempre dietro l’obbiettivo così fu che nella famiglia rimasero pochi ricordi di lui. Purtroppo se ne andò prima che questa passione si concretizzò.
Come as i am, mi descrivo sempre come donna, introversa, super sensibile, ariete, creatrice e fotografa. Ho avuto bisogno anche io di mettermi davanti alla mia fotocamera per affrontare gran parte del mio dolore, dei miei dubbi, del mio malessere e del vuoto che mi contraddistingueva ho vissuto questo viaggio di autoritratti come una terapia senza eguali. Da vulnerabile mi sono sentita dea e padrona di me stessa. Mostrarsi per ciò che si è fa paura. Queste convinzioni culturali che sono fra le righe, decidono il destino di tutte le bambine che anche in questo momento stanno crescendo. Le colpiranno in diverse maniere: Dal anoressia, alla depressione, allo stress al più banalissimo, ma non meno importante, differenza di stipendio con i suoi colleghi maschi.
Mettersi a nudo a volte è il passo necessario da fare per incominciare un percorso verso la propria salute mentale fisica e perché no, mi auguro uno spezzamento della catena tra madre e figlia che quest’ultima possa crescere più sicura nonostante le circostanze e il circostante di quella prima di lei.
Volti di luna è un luogo dove la fotografia diventa la terapia per mettersi a nudo, capirsi, coccolarsi e fidarsi. Ho creato uno spazio fisico, mentale e anche di memoria per le persone che si sono affidate e si affideranno a me. L’obbiettivo è avere una riconciliazione con voi stesse è l’esperienza che diventa il viaggio e il ricordo l’obbiettivo.
Cosa ne pensate? Vi ho fatto venire voglia di scoprirvi ? 😉